27-03-2019
“Questo sarà il secolo della ferrovia”
Fedele al motto “solo intermodale”, Livio Ambrogio continua a investire nel ferroviario e vede per i trasporti un futuro diametralmente opposto a quello delineato da Marco Ponti
Da quando la questione della Nuova Linea Torino Lione, la cosiddetta TAV, ha guadagnato una posizione centrale nel dibattito politico in Italia diventando un simbolo della contrapposizione fra i sostenitori della ‘decrescita’, che appoggiano i gruppi No TAV, e coloro che invece credono in uno sviluppo economico e sociale in cui le infrastrutture adeguate abbiano un ruolo chiave (contrapposizione che parrebbe attraversare la stessa aggregazione che ha espresso l’attuale Governo), il nome di Ambrogio Intermodal Only ha acquisito una inaspettata larga visibilità.
Da 50 anni conosciuto nel settore del trasporto intermodale come uno dei marchi fondativi dell’intermodalità strada-rotaia in Italia e oggi presente anche in Belgio, Francia, Germania e Spagna con una rete di terminali connessi da company-trains (ben noti agli appassionati di treni di tutta Europa), la società si è sempre impegnata per sostenere la necessità e l’utilità di un nuovo collegamento ferroviario Italia-Francia attraverso la costruzione del tunnel di base. Come operatore impegnato anche sulla linea del Frejus, conosce infatti perfettamente i limiti di esercizio e di affidabilità e le diseconomie che impediscono di far diventare l’offerta ferroviaria su questa direttrice competitiva con quella stradale. Non a caso dei ben 44 milioni di tonnellate/anno che transitano attraverso i valichi italo-francesi, solo il 7 % viaggia su treno, mentre della quantità simile che attraversa la Svizzera, la quota del treno è del 69,9%.
“In Europa la domanda di trasporto intermodale strada-rotaia da parte degli spedizionieri è molto sostenuta, anche in questa fase di congiuntura economica debole – afferma Livio Ambrogio, presidente della società, dalla sua sede storica di Candiolo, nei pressi di Torino – perché il trasporto stradale sta andando incontro a crescenti difficoltà che ne diminuiscono efficienza e attrattività”.
I frequenti intasamenti di tratti di strade e la carenza di autisti sono le principali cause di diminuzione dell’affidabilità dei servizi e di malcontento dei clienti. “L’età media del parco autisti in Italia è di 58 anni, perché sono pochi i giovani che iniziano un lavoro che risulta duro e poco remunerativo nelle condizioni attuali. Quindi nei prossimi anni il problema non potrà che aggravarsi” prosegue Ambrogio. Per invertire la tendenza gli autisti dovranno essere pagati sensibilmente di più e quindi il costo del trasporto dovrà crescere, lasciando più spazio alla concorrenza del mezzo ferroviario.
“Inoltre riducendo l’uso della gomma alle indispensabili consegne di ultimo miglio da terminal a cliente, sono favoriti gli autisti e padroncini italiani, con orari di lavoro sostenibili e rientro a casa quotidiano: questo è un risultato di grande importanza sociale connesso all’integrazione fra strada e ferrovia”. I dati infatti indicano che oggi il 90% del trasporto stradale transfrontaliero che interessa l’Italia è effettuato invece da vettori (e autisti) stranieri.
Ambrogio, che utilizza sei terminali ferroviari privati distribuiti (dei quali due in Italia, uno in uno in Germania e due in Francia), vede sul campo la conferma di questa forte domanda di intermodalità. “Il traffico nei nostri terminali sta crescendo, anche in modo significativo. Dappertutto tranne che qui a Candiolo, e il motivo è semplice: perché da qui si va in Francia e Spagna e a causa della inefficienza del collegamento ferroviario attraverso la linea del Frejus non riusciamo a offrire servizi affidabili e convenienti come invece da Gallarate verso il Belgio e la Germania, o da Belgio e Germania verso i terminali francesi. I tre treni alla settimana che circolano trasportano merci non pregiate, come semilavorati di acciaio o rifiuti (uno dei campi in cui la Ambrogio Trasporti si è qualificata), che possono sopportare tempi di viaggio un po’ più lunghi e non tassativi. Oggi le merci di pregio verso Spagna e Portogallo sono obbligate a viaggiare su camion, ma con un’offerta adeguata come permetterà il tunnel di base della Torino-Lione molti sarebbero pronti a caricare i semirimorchi o le casse mobili sul treno”. Altre due coppie di treni alla settimana collegano Candiolo al terminal belga di Mechelen, passando però via Novara-Domodossola.
Livio Ambrogio è convinto che questo sarà il secolo della ferrovia, all’opposto di quanto sostiene Marco Ponti (sulla cui analisi costi-benefici per la Torino-Lione il manager esprime, per usare un eufemismo, molte perplessità). “Dopo un periodo di abbandono nella seconda metà del secolo scorso, ora c’è una grande ripresa di interesse, tutti gli Stati europei stanno facendo molto per favorire il trasporto ferroviario. E anche per il treno ci saranno nei prossimi decenni importanti sviluppi tecnologici che permetteranno di ridurre tempi e costi del trasporto, e aumentare la flessibilità: dalla guida automatica (molto più facile da ottenere in sicurezza essendo un sistema a via guidata) alla possibilità di formare, grazie al tunnel di base, treni lunghi e pesanti 2.000 tonnellate con gruppi di vagoni da scambiare in più fermate lungo il percorso con operazioni automatizzate”.
Per la sua parte, Ambrogio Trasporti continua ad investire con coerenza nell’intermodalità e nella ferrovia. A fine 2018, proprio nel terminal di Candiolo è stata aperta un’officina interna per la manutenzione dei carri portacontainers della flotta aziendale: due binari per complessive 4 postazioni di lavoro, ognuna in grado di ospitare un vagone articolato da 90 piedi (lungo quasi 30 metri) per effettuare manutenzioni e revisioni cicliche in-house. A fianco è stata realizzata anche un’officina per la riparazione delle casse mobili, in grado di eseguire lavori di revamping totale delle casse più vecchie a partire dal telaio e rinnovando la sovrastruttura.
La scelta di installare questi impianti a Candiolo è dovuta alla volontà dell’azienda di consolidare il terminal finché il traffico potrà crescere, e nello stesso tempo creare posti di lavoro in un’area e in un momento di difficoltà economica.
Poiché, come si è detto prima, la domanda è in crescita, Ambrogio ha inoltre avviato una serie di investimenti per l’acquisto di altre 100 nuove casse mobili centinate da 13,70 m, di un lotto di 50 vagoni articolati da 90 piedi dalla Legios (CZ), che seguono i 150 che erano stati consegnati nel 2011-2012, e di 50 chassis stradali porta casse mobili di tipo alleggerito, per sostituire quelli più vecchi.
A fine incontro, Livio Ambrogio indica due grosse pietre che tiene su uno scaffale: “Quella grigia, viene dal cuore dello scavo del tunnel di base del Loetschberg in Svizzera, sull’asse del Sempione, e mi è stata data da BLS all’evento di inaugurazione nel 2007. L’altra la abbiamo trovata in una cassa mobile arrivata dal Frejus, con il tetto sfondato, e viene dalla valle di Susa…”.
Fulvio Quattroccolo
Articolo Ship2Shore 27/03/2019
Link: https://www.ship2shore.it/it/logistica/questo-sara-il-secolo-della-ferrovia_70362.htm